L’uso della nozione “devianza minorile” considera in modo unitario fenomeni in realtà diversi tra loro; per “devianza minorile” si intendono sia azioni che violano la legge, sia comportamenti, quali, ad esempio, l’assenteismo scolastico o la fuga da casa e, che pur non essendo perseguiti dalla legge sono visti come indici di disadattamento.

IL FENOMENO DELLA DEVIANZA MINORILE

Tutti i più recenti rapporti evidenziano che la maggior parte dei minori autori di reato è in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni (USSM) nell’ambito di misure all’esterno. La detenzione, infatti, assume per i minorenni carattere di residualità, per lasciare spazio a percorsi e risposte alternativi, sempre a carattere penale. Nel periodo preso in esame (report sull’Istruzione della Regione Sardegna del 2015), i dati degli USSM evidenziano un aumento del numero dei minori in carico, da 17.814 nel 2008 a 20.407 nel 2012. Tale dato comprende i minori in carico da periodi precedenti ed è proprio questa componente dell’utenza ad aver registrato un incremento degno di nota: da 8.480 nel 2008 a 12.636 nel 2012, confermando che il lavoro sociale diventa sempre più complesso.

I DATI DEL FENOMENO

Per quanto riguarda i minori che costituiscono l’utenza dei Servizi minorili residenziali si registra:

  • la diminuzione degli ingressi nei Centri di prima accoglienza, (da 2.908 nel 2008 a 2.193 nel 2012);
  • l’aumento dei minori collocati in Comunità, in termini di ingressi (da 1.965 nel 2008 a 2.038 nel 2012), ma soprattutto di presenza giornaliera (dai 677 minori presenti in media in comunità ogni giorno del 2008 ai 957 del 2012). La progressiva crescita dell’utilizzo della comunità pone in risalto come essa si collochi sempre più come strategia intermedia che consente di garantire un contenimento educativo, senza ricorrere all’Istituto penale;
  • la diminuzione degli ingressi negli Istituti penali per i minorenni (IPM), (da 1.347 nel 2008 a 1.252 nel 2012), a cui si è contrapposto l’aumento del numero dei detenuti presenti (dai 468 minori e giovani adulti presenti in media in IPM ogni giorno del 2008 ai 508 del 2012.

Il calo degli ingressi negli Istituti Penali per i Minorenni (IPM) pone la necessità di una riflessione su questa struttura in ambito minorile. Il dato, infatti, in controtendenza con la situazione allarmante in cui versano gli istituti per adulti, non elude anzi per certi versi evidenzia la necessità di comprendere se questo tipo di struttura, per come è pensata oggi, sia adeguata alla peculiarità della condizione minorile.È tempo di immaginare qualcosa di diverso per i minorenni, capace di tenere insieme l’esigenza retributiva con l’imprescindibilefinalità educativa della pena.

FONTE: (“2° Rapporto sulla devianza minorile in Italia”, edito da Gangemi 2013, curato da Isabella Mastropasqua e Maria Stefania Totaro dell’Ufficio Studi, ricerche e attività internazionali e del Servizio Statistica del Dipartimento per la Giustizia Minorile).

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