Selargius, da sogno a realtà la casa per mamme vittime di violenza e i loro figli. Per otto mamme e sedici bambini a Selargius il Natale è arrivato con tre mesi di anticipo.

È stato festeggiato il 24 settembre nella Casa di accoglienza per donne vittime di violenza e maltrattamenti, inaugurata con la benedizione dell’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, alla presenza del vicesindaco di Selargius Gabriella Mameli e dell’assessore comunale ai Servizi sociali Maria Fulvia Perra, oltre che dei vertici del Centro di accoglienza San Vincenzo e di diversi volontari impegnati con diversi ruoli nella Onlus.

Prima del regalo mamme, bambini e gestanti abitavano in un appartamento – una struttura di pronta accoglienza per donne in difficoltà – al centro di Cagliari, in una situazione logistica non ottimale cui si sommavano i limiti imposti da una convivenza in un condominio, condizione nella quale non sempre è facile ottenere dai vicini tolleranza e solidarietà.

ORA TUTTO E' DIVERSO!

Nel nuovo grande edificio non ci sarà più possibilità di conflitti con esterni: ci vivranno solo le mamme e i loro figli e ciascuna di loro è ospitata in una camera con bagno (delle 24 disponibili, due sempre garantite per la pronta accoglienza). E tutte insieme le madri avranno libero accesso alle parti comuni: sala giochi, mensa, locale della tv, centro di ascolto e anche una piccola cappella. Tutto in ambienti dalle pareti dipinte con colori che generano allegria e dotate di moderni arredamenti. Sarà quindi più agevole aiutare donne che hanno subito dolorose esperienze a rimarginare le ferite favorendo infine il loro reinserimento sociale.

LA CASA DI SELARGIUS

La casa di Selargius è, per ora, il punto di arrivo di un’iniziativa che aveva preso forma una ventina di anni fa con la struttura aperta a Cagliari per iniziativa di suor Anna Cogoni per offrire un rifugio sicuro a mamme maltrattate: con il trascorrere del tempo l’appartamento si era rivelato troppo piccolo per soddisfare le richieste di un numero crescente di madri in difficoltà. Così due fa anni suor Anna aveva varato con coraggio e inflessibile determinazione il progetto che, con l’aiuto dei collaboratori, si è concretizzato nel pomeriggio del 24 settembre, dopo aver superato impreviste e imprevedibili difficoltà burocratiche, aggravate dai preoccupanti limiti ed effetti causati dall’epidemia di corona virus. Il complesso è stato dedicato alla memoria di padre Sergio Visca, missionario di San Vincenzo, scomparso qualche anno fa, che con suor Anna aveva condiviso desideri, sogni e opere ispirandosi entrambi a valori eterni come solidarietà, perdono, pace, carità, accoglienza, amore per il prossimo. Termini richiamati dall’arcivescovo Baturi nell’intervento che ha preceduto la benedizione e l’inaugurazione della struttura.

CONTRO UN MONDO CHE TENDE A IMBARBARIRSI

La casa di Selargius è la più recente ma non ultima realizzazione dell’inarrestabile suor Anna e del suo gruppo. In un mondo che sembra imbarbarirsi di giorno in giorno la religiosa si propone di dare vita a una struttura destinata all’assistenza e al recupero di uomini violenti, ex detenuti, per favorire il loro reinserimento nella società. Una nuova opera che si affianca alla residenza che ospita papà che vivono situazioni di gravi difficoltà economiche, all’ambulatorio che assiste gratuitamente indigenti in via della Pineta a Cagliari, e all’Oasi di San Vincenzo dedicata all’aiuto di bambini sardi, ma anche stranieri, in un college immerso in uno splendido parco.

2 commenti

  • Cristina ha detto:

    Buonasera. Sono un insegnante nella scuola primaria. Io vorrei fare volontariato presso strutture per minori . Potete aiutarmi? Grazie

  • zoritoler imol ha detto:

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